venerdì 27 dicembre 2013

Introduzione

Breve Storia sui Carri Armati

I Panzer VI Tiger furono per lungo tempo carri armati invulnerabili e onnipotenti su tutti i fronti della Seconda Guerra Mondiale

Il primo carro armato fu sviluppato dalla fervida mente di Leonardo da Vinci, ma non esistendo in quel tempo motori a combustibile fossile, ne' cannoni ad alta velocità portatili o mitragliatrici a canna singola, e sopratutto la reale necessità di tale mezzo, i progetti dello scienziato italiano rimasero inosservati.
In Russia, durante la Prima Guerra Mondiale, venne costruito il primo carro armato: il Vezdekhod, nato dall'immaginazione del soldato zarista Porokovskikov, che osservando un altro fante buttarsi contro le mitragliatrici attraverso la terra di nessuno, immaginò lo stesso con due cingoli per poter superare con più facilità trincee e filo spinato, una corazza per far rimbalzare attorno a se le pallottole nemiche ed un paio di mitragliatrici per poter attaccare il nemico.
Il 20 Giugno 1915 camminò il primo carro armato, in un terreno di prova con tanto di crateri, ostacoli, filo spinato e fossati.
Ma anche questo progetto, seppur promettente e funzionale, venne abbandonato.
Nel contempo in Inghilterra si progettava l'idea di un veicolo con due cingoli e due cannoni, o due mitragliatrici, atto a sfondare le difese tedesche. Visti dagli aerei ricognitori germani o dagli zeppelin, questi veicoli, più simili a cassoni di metallo, dovettero sembrare cisterne dell'acqua e così nacque il nome Tank, che in inglese significa sia carro armato che cisterna o serbatoio.
Il loro utilizzo dovette aspettare il 15 Settembre 1916, durante la battaglia delle Somme, in Francia. Il suo effetto fu perlopiù psicologico, poichè il numero di perdite alleate fu eguale a quello di altre grandi battaglie.
In effetti gli inglesi non appresero mai il reale utilizzo delle forze corazzate, ed a ben vedere nemmeno in tempi moderni.
Le differenze tra il T-34/85 della Seconda Guerra Mondiale
ed un moderno T-72B3

Il carro armato nacque essenzialmente per oltrepassare le trincee senza grosse difficoltà: i primi ad avvicinarsi al reale utilizzo del veicolo corazzato furono i tedeschi. Heinz Guderian esplicò ad Adolf Hitler l'importanza del carro armato, sopratutto nel suo ruolo d'attacco autonomo. Le Panzerdivisionen tedesche erano raramente accompagnate dalla fanteria, che le seguivano ad attacco compiuto, ed erano costituite da veicoli specializzati per precise eventualità: i panzer erano originariamente concepiti come "carri multiuso", i jagdpanzer e i panzerjager erano costruiti appositamente per la distruzione di bunker ed altri carri armati, i flakpanzer montavano su uno scafo cingolato un pezzo d'artiglieria antiaerea ed i panzerhaubitze trasportavano su propri cingoli un pezzo d'artiglieria per il fuoco di supporto.
L'ideologia tedesca degli anni '30 mutò durante la Seconda Guerra Mondiale in modo direttamente proporzionale alla pazzia del Reichsfuhrer: dagli efficaci Panzer IV e Panther si arrivò ai Tiger II e ai Jagdtiger, che il loro peso era spesso il nemico più grande e i loro costi e consumi troppo grandi per una nazione povera quale la Germania. Nonostante ciò questi veicoli diedero diverso filo da torcere ai più numerosi carri armati alleati, penalizzati peraltro da una pessima dottrina.
Se quella tedesca era eccessivamente portata alla suddivisione dei compiti tra veicoli di diverso genere, quella americana ed inglese era simile ma in qualche modo più rozza: gli americani utilizzarono un solo modello di carro armato (l'M4 Sherman) per tutta la guerra, sia pure con piccoli miglioramenti, progettati appositamente per l'appoggio della fanteria, mentre al loro fianco scesero in campo i cacciacarri (M10 Wolverine, M18 Hellcat, M39 Jackson). La dottrina americana sottovalutava i panzer tedeschi: infatti le doti dell'M4 Sherman rimasero per tutta la durata del conflitto scadenti in fatto di capacità anticarro, mentre dei cacciacarri ne furono costruiti pochi esemplari.
Tale sbaglio tattico venne messo in mostra nelle disastrose operazioni in Francia ed Italia, dove pochi Tiger e Panther potevano fermare l'avanzata di un'intera colonna di Sherman.
Lo stesso, e addirittura in misura peggiore, si riflettè su quanto fecero gli inglesi, con le due tipologie di carro da loro ideati: i cruiser, per lo scontro corazzato, e gli infantry, per l'appoggio alla fanteria e la guerra urbana.
Entrambi montavano lo stesso tipo di cannone, inefficace per i veloci e vulnerabili cruiser nel ruolo anticarro e poco potenti come potere esplosivo sui lenti e corazzati infantry, che paradossalmente ressero il grosso dello shock bellico nazista in Africa.
Paradossalmente la dottrina che avrebbe portato all'utilizzo "moderno" dei carri armati fu creata dai russi, che tatticamente soffrirono sempre di gravi pecche. Sebbene i primi modelli costruiti in scala industriale furono nient'altro che copie di carri inglesi (i BT-2/5/7 si rifacevano ai Vickers britannici) o americani (T-46/48) ben presto entrarono in produzione i T-34/76, che sebbene pochi nel '41-42, divennero ben presto onnipresenti e letali sui campi di battaglia assieme alla loro versione potenziata T-34/85.
La dottrina sovietica era semplice: perché si possa avanzare con forza e velocità, ogni veicolo corazzato deve adempire ad ogni compito con egual efficacia. Deve essere in grado di distruggere altri veicoli corazzati, bunker, edifici, offrire supporto alla fanteria e poter sparare granate (HE) con buoni risultati contro le truppe nemiche.
Il concetto di carro universale sopravvisse fino ai giorni nostri, tantochè i moderni carri armati da battaglia vengono definiti MBT, acronimo di main battle tank, carri armati in grado di reggere il principale sforzo bellico.

L'utilità dei carri armati

Durante la Seconda Guerra Mondiale l'utilizzo dei carri armati fu praticamente obbligatorio: la guerra lampo e le controffensive russe erano basate principalmente sul saggio utilizzo dei carri armati.
Negli scontri successivi al secondo conflitto, durante la guerra fredda, il proliferare di armi anticarro portatili e di facile utilizzo sembrò segnare il tramonto dell'era dei carri armati: i lanciarazzi erano di due tipi, a retrocarica (sul modello del Panzerschreck tedesco) o ad avancarica (basati sui Panzerfaust). La loro semplicità ed economicità era coadiuvata dal vantaggio della testata esplosiva, che non perdeva potenza a dipendere dalla distanza, diversamente dai proiettili perforanti dei carri armati.
Grazie ai lanciarazzi le forze corazzate israeliane, durante la Guerra dello Yom Kippur sulle alture del Golan, subirono gravi perdite da parte delle inesperte unità anticarro egiziane. Tuttavia in Israele ed in Russia vennero presto ideate speciali contromisure chiamate "corazze reattive" che rendevano scarso o addirittura nullo l'effetto dei razzi e dei missili anticarro.
Durante un test, un Merkava israeliano venne bersagliato da una salva di venti razzi, dei quali solo due perforarono la corazza frontale, mentre sette missili RPG che colpirono la corazza frontale e laterale di un T-90, in Daghestan, non causarono il minimo danno.
Le corazze reattive portarono alla nascita di una nuova generazione di carri armati, per il loro peso contenuto rispetto a delle piastre di compositi e sopratutto grazie alla loro efficacia anche nei confronti di dardi perforanti: le corazze russe Kontakt-5 resero i blindati sovietici immuni ai proiettili APFSDS americani che fecero strage di T-55 in Iraq, mentre le contromisure Relikt fecero divenire impotenti anche le munizioni statunitensi più potenti (M289A3).
Alcune limitazioni sono emerse con la comparsa di missili guidati anti-carro (ATGM) sotto le alette di elicotteri e jet da caccia: lo strapotere degli imprendibili caccia da superiorità aerea ha reso i carri armati facili bersagli. I russi hanno risposto a queste limitazioni con l'adozione di contromisure Arena-E e Shtora-1, che disturbano i missili a ricerca.
Il carro armato rimane un'arma indispensabile negli eserciti di tutto il mondo, poichè combine le qualità di attacco al suolo con quelle di difesa e mantenimento di un territorio conquistato.

La questione sovietica

I carri armati russi sono un continuo punto interrogativo: effettivamente, al contrario delle forze occidentali che mettono in mostra appena possibile le proprie forze corazzate, un alone d'impenetrabile segretezza ha sempre circondato i carri armati russi, e di conseguenza anche quelli cinesi che sono copie o varianti di altri carri sovietici. 
Sta di fatto che i carri armati russi non hanno mai fatto una grande figura sul campo: in Iraq i numerosi T-55 sovietici vennero distrutti in gran numero dagli Abrams e dai Challenger occidentali, che subirono, a quanto detto dalle loro fonti, pochissime perdite. 
Anche il costo ed il peso contenuto della maggior parte dei corazzati sovietici ha reso inevitabile la credenza popolare che essi fossero mezzi economici e di scarsa affidabilità.
D'altronde centinaia di "scadenti" T-34 russi riuscirono a srotolare un tappeto rosso per i soldati comunisti al di sopra di poche decine di "costosi" Tiger II e Panther. 
La dottrina che effettivamente subentrò in Unione Sovietica alla fine della guerra fu che tanti carri economici potessero avere la meglio su pochi corazzati costosi e altamente tecnologizzati.
Durante i conflitti arabo israeliani, a conferma di quanto sopra riportato, gli economici T-55 e T-62 non riuscirono minimamente tener testa ai pochi ma efficienti M48 Patton.
Tuttavia, a ben vedere, non è sempre stato così: durante il Secondo Conflitto Mondiale, assieme ai piccoli ed agili T-34/85 combatterono i grossi e pesanti JS-2, che in più occasioni distrussero centinaia di Panzer VI Tiger II senza subire perdite significative. 
E sulle alture del Golan gli JS-3 si comportarono altrettanto bene anche contro i più moderni M48A3 Patton, i quali non riuscivano a perforare la loro corazza frontale, spessa ed inclinata.  
Peraltro i russi erano particolarmente gelosi delle loro tecnologie: i centinaia di T-72 venduti a Saddam Hussein, che vennero ribattezzati Asad Babil (Leoni di Babilonia), Saddam o Enigma, erano modelli in disuso (in URSS) già dal 1973, se non copie cinesi di bassa qualità di veicoli sovietici di riserva venduti per poche migliaia di rubli alla Repubblica Popolare Cinese, e rifilati anni dopo agli iracheni.
Le contromisure Shtora e Arena, così come le corazze Relikt, che permetterebbero ad un T-72 di sopravvivere a diversi colpi di M1 Abrams, non hanno mai lasciato la Russia, se non ultimamente, per equipaggiare i carri indiani.
No, le reali qualità dei carri armati russi non sono mai state messe debitamente in mostra: neppure quando erano i russi stessi a condurre le operazioni militari! In Cecenia i nuovissimi T-80 vennero mandati in combattimento senza il minimo addestramento dell'equipaggio, contro veterani sovietici della guerra in Afghanistan, senza nemmeno equipaggiare i carri con le corazze reattive. 
Il basso peso e i costi stracciati dei veicoli sovietici sono probabilmente imputabili alla loro costruzione: tutti i carri russi dal T-64 possiedono un caricatore automatico e corazze reattive, che abbassano notevolmente il peso del mezzo e i costi, rispetto ad un Merkava equipaggiato con pesanti e costose piastre di ceramica ed acciaio, e capace di trasportare un plotone di fucilieri.
Un T-72 confrontato con un M1A1 Abrams. Notare
le dimensioni dei due veicoli.

Al contrario, i russi sono stati pionieri della progettazione dei corazzati: le piastre inclinate del T-34, i cannoni ad anima liscia, i proiettili stabilizzati ad alette, addirittura sistemi elettronici d'aggancio del bersaglio agli infrarossi su alcuni modelli di JS-7 negli anni '40...
L'unico modo di equiparare i carri armati è quindi quello di osservare la storia con occhio critico ed analitico.

L'invincibilità occidentale?

I carri armati occidentali sono sempre stati grossi e costosi: sicuramente più comodi rispetto agli angusti T-72 e T-55 russi. Ma sopratutto è stato un sapiente uso della propaganda a rendere i carri armati occidentali invincibili agli occhi delle giovani reclute. Secondo la Wikipedia inglese, "non un solo M1A1 Abrams venne distrutto completamente da un altro carro armato nemico durante il conflitto iracheno.". Le uniche e poche perdite sarebbero state dovute a rari IED (mine improvvisate con esplosivi vari) o al fuoco amico. E l'articolo prosegue dichiarando che l'unico Abrams completamente distrutto sarebbe stato uno colpito prima da un IED, poi da alcuni colpi di RPG ed infine fatto esplodere dalle forze alleate con diversi Hellfire. Perlatro l'autore dell'articolo mette in risalto come "nonostante tutto ciò il carro armato sembrava, da lontano, integro". 
Questo sarebbe quindi l'unico carro statunitense distrutto irrimediabilmente (in effetti molti veicoli danneggiati vennero riparati e rimessi in azione), mentre l'unico Challenger 2 completamente distrutto sarebbe stato colpito erroneamente da un carro armato amico. Si racconta anche di come un Challenger 2 sia riuscito a sopravvivere a numerose granate RPG e termobariche lanciate su di esso in un agguato, tra le strade di un paesino. 
Tuttavia, numerose sono le foto di Abrams distrutti in modo definitivo, in Medio Oriente. 
Quale dei due è l'unico Abrams distrutto
completamente in Iraq dal fuoco amico?